Le erbe tintorie fanno al caso vostro se avete il desiderio di vedervi diverse, rimanendo però sicure di non rovinare i capelli, ma anzi di apportare tutti i benefici che si possono trarre dall’uso di elementi naturali. Queste “tinture” non penetrano nel capello come le tinte chimiche, ma si legano alle squame. In questo modo, non solo proteggono il capello, ma lo volumizzano, aumentando il diametro del fusto. La chioma risulta, quindi, più voluminosa, luminosa e protetta dagli agenti esterni.

Vi propongo questo elenco:

hennè, donano un tono freddo quelli provenienti da Tunisia, India, Pakistan e Yemen mentre donano un tono caldo quelli del Marocco e dell’Egitto. Eccenzion fatta per l’Hanna Lala Menana, un hennè che pur provenendo dal Marocco tinge di un peculiare color rubino. Solitamente le marche più usate per chi punta ad un biondo irlandese è il Tazarine, mentre per chi vuole sui capelli un rosso più profondo e “ciliegioso” Zarqa, Jamila, MDH Karishma. La marca Le erbe di Janas propone invece due tipi di hennè uno caldo che ha un contenuto di lawsone (la molecola responsabile della colorazione) pari a 1,90% e uno freddo che ne contiene 2,95%. Se non avete i capelli chiari scordatevi che l’hennè prenda a mo’ di tinta, se avete i capelli scuri si vedrà solo il riflesso, ma sarà sicuramente una visione molto gradevole quindi incoraggio ad usarlo in ogni caso e poi continuandolo ad applicare potrebbe, stratificando, venir fuori qualche bella sfumatura.
Consiglio l’uso di questo prodotto privo di picramato di sodio, che viene aggiunto in molti hennè per ottenere dei rossi rinforzati.
erbe tintoriealcanna, clicca qui se sei interessato alla mia esperienza con questa polvere.

sandalo rosso, clicca qui se sei interessato alla mia esperienza con questa polvere.

red kamala, clicca qui se sei interessato alla mia esperienza con questa polvere.

indigo, (volgarmente detto hennè nero), colora di nero su una base di partenza castano scuro. Se però la base di partenza è un biondo saranno necessarie due applicazioni fatte una di seguito all’altra per ottenere un nero puro, se invece la base di partenza è un bianco bisognerà fare una prima passata di hennè e dopo ripetere il processo usando l’indigo.
Consiglio l’uso di questo prodotto privo di PPD (para-fenilendiamina), sostanza base di molti indigo che si trovano in commercio utilizzati per la tintura dei capelli e per i tatuaggi che spesso si fanno in spiaggia.
erbe tintoriekatam, dona colore nero, tuttavia se mescolato in un’adeguata percentuale con l’hennè freddo (potete provare mischiando 70% hennè e 30% katam e poi per le volte successive regolarvi in base al risultato ottenuto) può dare riflessi viola.
(Clicca qui per approfondire la mia esperienza con indigo e katam.)

ibisco o jaswand, se unito alla lawsonia (o a miscele che la contengano) è un ottimo freddante del tono. Utile è, infatti, per arrivare ai toni del ciliegia e del mogano. Invece, utilizzato da solo, se la vostra base di partenza è scura, non otterrete praticamente nulla, parlo purtroppo per esperienza. Se invece avete i capelli biondo chiaro (che siano naturali o decolorati non ha importanza) si coloreranno di viola.
Con i fiori essiccati è possibile preparare l’infuso, detto di karkadè; l’ibisco colorerà l’acqua di rosso ed essa potrà essere utilizzata per la preparazione dell’hennè al posto della mera acqua.
alcannamallo di noce, non ha in se e per se un forte potere tintorio. Utilizzato da solo viene usato dalle brune per donare luminosità e riflessi ai capelli scuri. Utilizzato insieme alla lawsonia serve a smorzare l’arancio facendo virare il tono dei capelli sul rosso profondo invece che sul rame. Consigliato quindi per chi ha un colore di base chiaro. Infatti in questo caso pur usando un hennè freddo si potrebbe ottenere inizialmente, cioè finché non avviene una stratificazione, un colore caldo, ma grazie al mallo di noce si può risolvere più rapidamente questo intoppo.
mallo di nocecastagno, non ha in se e per se un forte potere tintorio, ma dona riflessi ai capelli castani.

camomilla e rabarbaro, non hanno in se e per se un forte potere tintorio, tuttavia risultano utili per ravvivare il colore delle chiome già bionde.

curcuma, colora di giallo, può essere aggiunto in piccola percentuale all’hennè caldo per intensificare il colore.

robbia o manjishta o garanza, colora di rosso, aggiunta all’hennè freddo ne intensifica il colore.

campeggio, si usa in miscela con hennè per darvi dei toni più profondi, senza perderne la tipica dominante rossa.

guado, si usa in miscela con l’hennè per darvi un tono più scuro. Allo stesso modo dell’indigo, anche il guado capita che venga erroneamente etichettato come hennè nero.

N. B. Tutti i prodotti citati si intendono puri al 100%.
polveri ayurvediche 3Ci sono una infinità di polveri che possono essere utilizzate sui capelli a scopo tintorio, molte tra queste nominate non le conoscevo fino a qualche anno fa e chissà quante altre ne esistono di cui non sospetto minimamente!

Tutte queste erbe si comprano in erboristeria? No, probabilmente quelle che riuscirete a trovare in erboristeria saranno hennè, indigo e cassia, ma non credo che ci sia speranza per le altre. Nella maggior parte dei casi si dovrà fare riferimento a negozietti etnici e a bioprofumerie, se non ce ne sono nel vostro luogo di residenza tocca ordinarle su internet.

Diffidate delle erboristerie che vendono le polveri sfuse, in quanto non c’è modo di sapere con certezza da quanto tempo le hanno lì in negozio e neanche se sono state addizionate con altre sostanze.

P. S. I risultati ottenuti con queste erbe non sono univoci. Il colore, il riflesso, la sfumatura possono variare da persona a persona, non solo a causa del diverso colore di partenza; anche chi inizia dalla stessa base può avere risultati differenti. 

Dall’inizio del 2013 ho smesso completamente di usare prodotti chimici per fare lo shampoo e sono ricorsa al no poo. La cosa sorprendente è che prima dovevo lavare i capelli 3 volte alla settimana e ora basta 1 sola. Un’altra cosa stupefacente è che prima avevo la cute grassa e le punte dei capelli secche mentre adesso è tutto normalizzato.

Elenco dei metodi:

– cowash

Versare in una tazzina un cucchiaio di zucchero di canna ed una quantità di balsamo a piacere. Massaggiare con il composto sul cuoi capelluto (precedentemente bagnato) per bene, lo zucchero infatti ha la funzione di scrub. Infine, sciacquare abbondantemente i capelli.

N. B. consiglio di controllare l’inci (gli ingredienti) dello shampoo, che siano il più accettabile possibile, quindi no siliconi, no parabeni, no sls, no sles, no ppg, no peg, no dea, no tea, no mea, no oli e cere minerali.

P. S. questo indicato è il cowash fatto nel modo “classico”, io dopo poco l’ho personalizzato, cioè usavo solo lo zucchero di canna senza balsamo.

– argilla

Unire l’argilla con l’acqua tiepida fino a creare una pasta né troppo liquida, che coli via mentre la applichi, e né troppo densa, che si spalmi con difficoltà. Quindi spalmare sulla cute (in particolare io insisto nella zona dove ho la riga dei capelli e tra l’attaccatura della fronte e dei capelli (puoi cogliere l’occasione per spanderla anche sul viso, sul collo, sul petto e farti una bella maschera). Lasciare in posa 15 minuti e poi lavare normalmente la testa con l’acqua.

N. B. non usare contenitori o strumenti di metallo per mescolare l’argilla con l’acqua.

P. S. si può aggiungere qualche goccia di tea tree oil all’argilla se si soffre di prurito.

P. P. S. Sono in commercio diversi colori di argilla. Consiglio di usare la bianca, che è quella con cui mi sono trovata meglio. Sconsiglio invece di usare la verde perchè l’ho trovata troppo aggressiva e, nonostante il lavaggio, mi ha lasciato i capelli duri.

– ghassoul (o rhassoul)

Ottimo per chi ha i capelli grassi o forfora grassa. Con tutto il cuore vi dico, se avete entrambi o uno di questi problemi, buttate gli shampoo chimici e passate al lato naturale e bio della vita! Per quanto mi riguarda risultati evidenti già dalla primo utilizzo. (Vedi procedimento argilla).
no poo ghassoul– bicarbonato

Io lo metto in uno di quei flaconi dove ci sta l’ossigeno della tinta che vendono in supermercato, faccio un cucchiaio raso di bicarbonato e il resto pieno tutto d’acqua e shakero. Una volta sotto la doccia, prima bagno i capelli, poi mi spruzzo questa miscela, e infine risciacquo.

– farina di ceci

Io impasto la farina di ceci e l’acqua tiepida quanto basta a creare un composto cremoso della giusta quantità per la testa. Applico massaggiando la cute e infine risciacquo.

– succo di limone

Io spremo 2 o 3 limoni e verso il succo in un flacone come quello in foto. Questo flacone si trova nelle tinte da supermercato. NON versare la “spremuta” nel flacone così com’è perché altrimenti ti ritroverai particelle di limone intrappolate nei capelli, devi filtrarla prima con un colino a maglie strette. Dopo aver bagnato i capelli versare progressivamente lo “shampoo” e risciacquare normalmente.
succo di limone– noci saponine

Io utilizzo 6 noci saponine x 1 litro d’acqua (nel caso le noci si comprino frantumate, sono circa 15 grammi). Prima di mettere le noci nell’acqua, se è il caso, aprirle in due e non metterle intere, quindi portare ad ebollizione l’acqua con le noci. Il processo di ebollizione estrae la saponina dai gusci e la combina con l’acqua. Quando bolle spegnere il gas e chiudere con un coperchio il pentolino. Lasciare in infusione 20 minuti, poi filtrare con un colino. Aspettare che l’acqua arrivi ad una temperatura accettabile, adatta ad essere versata sui capelli (precedentemente bagnati) e risciacquare normalmente.

N. B. Non lasciatevi ingannare dalla mancanza di bolle, l’efficacia della pulizia è comunque garantita. Non ci sono agenti artificiali schiumogeni quindi non ci sono bolle.

P. S. Le noci saponine possono essere utilizzate anche per lavarsi le mani, strofinando semplicemente le mani bagnate insieme ai gusci, e per lavare i panni in lavatrice, mettendo 4  noci spaccate o intere in un sacchettino di cotone e riponendole nel cestello della lavatrice.
sapone noci saponine– erbe indiane

Le erbe indiane che assurgono allo scopo lavante sono l’aritha o reetha e lo shikakai. La prima si ottiene dalla polverizzazione delle noci saponine e il secondo dalla polverizzazione del baccello dell’Acacia concinna. Si possono usare singolarmente o insieme. In una ciotola di vetro o di ceramica mescolare la polvere con acqua calda fino a formare una pasta non troppo liquida ma nemmeno troppo densa. Usare un cucchiaio di legno o di plastica per mescolare il composto. Coprire il composto con il cellophane e lasciare macerare per 20 minuti. Scegliete voi se utilizzare una quantità adatta a coprire solo il cuoio capelluto oppure se volete ricoprire anche i capelli. Tenete in posa 30 minuti e lavate.

P. S. Queste due polveri si possono applicare anche sulla pelle di viso e corpo (lasciandole in posa dieci minuti e poi risciacquando).

Purtroppo ho dovuto fare i conti con persone che credono che non usare shampoo chimico equivalga ad essere una sudicia che va in giro con i capelli luridi (e magari i soggetti in questione non sanno minimamente cosa si spalmano tra siliconi, parabeni, petrolati, ecc.), ebbene vorrei farvi riflettere con questa domanda: se il mio cuoio capelluto si pulisce anche con questi metodi mentre voi avete bisogno dello sgrassatore del bagno, chi è in realtà lo sozzo?

Le erbe indiane che ho usato fino a questo momento sono: ARITHA (o REETHA), AMLA, SHIKAKAI, NEEM, MAKA (o BHRINGRAJ), BRAHMI, TULSI, SIDR, METHI, MALVA. 

Non ho che vantaggi da esporre. I capelli sono stra-morbidi, stra-lucidi e stra-belli, tutte le persone che hanno visto la ma chioma da quando le uso non hanno potuto fare a meno di avanzare complimenti.
Tuttavia, se il risultato che volete ottenere sono dei bei capelli lucidi e sani non è sufficiente usare le erbe indiane saltuariamente, ma ci vuole costanza. I benefici la persona che le usa li percepisce da subito, ma perchè anche gli altri si accorgano dei miglioramenti devono essere usate almeno per un paio di mesi. Io ho voluto fare un esperimento per vedere quanto ci mettevano i capelli a diventare lucidi utilizzando solo le erbette e ci sono voluti 3 mesi di uso continuo (facendo un impacco alla settimana).

Il neem è vivamente consigliato per combatte la secchezza del cuoio capelluto, il prurito e la forfora, sarà utilissimo soprattutto nei casi di forfora grave.

Il tulsi è difficile da lavare e ho dovuto mettere un asciugamano sul cuscino per evitare di lasciare tracce. Ho fatto un risciacquo con davvero abbondante acqua ma sembrava non venir via. A capelli asciutti grattandomi la cute ho notato infatti che mi rimaneva prodotto sotto le unghie. Quando ormai era troppo tardi, facendo una ricerca sul web ho letto “NON UTILIZZARE SUL CUOIO CAPELLUTO PER VIA DEL DIFFICILE RISCIACQUO”, e va beh! Il vero miracolo questo prodotto lo fa sulla pelle. Avevo qualche eruzione cutanea che uscita dalla doccia non era più presente! Quindi per la pelle PROMOSSOper i capelli BOCCIATO. Ricordo ovviamente che io non uso shampoo chimico, quindi quando dico – difficile da togliere, mi riferisco al farlo con la sola acqua.

Il sidr è la polvere che ho trovato più particolare, cresce un pò con l’aggiunta dell’acqua quindi 100 g sono bastati per i miei capelli che arrivano fino alla vita (per le altre invece ne ho usato 150 grammi). Il pappone resta alquanto grumoso, ma questo non costituisce nessun problema nella stesura. A differenza delle altre è quasi inodore, è quella che sono riuscita a togliere con più facilità sotto la doccia e non altera il colore dei capelli. Infatti, generalmente le erbette indiane non sono consigliate a chi ha i capelli biondi, perchè tendono a scurire.
Le uniche che consiglio di usare alle bionde sono quindi quelle neutre (cassia, sidr, methi, malva).
malva (2)

La malva (foto sovrastante) non è ancora molto popolare, ma io l’ho trovata molto simile al sidr sia per consistenza che per colore. Anche la malva cresce man mano che si aggiunge l’acqua e con una confezione da 100 grammi sono riuscita a fare sia i capelli che maschera per il viso per me e un’altra persona. Non ha assolutamente un buon odore, così ho aggiunto qualche goccia di olio essenziale per cercare di migliorare la situazione, con non molto successo! Si stende e si lava via con molta facilità.

Come si prepara il pappone con le erbe indiane?
pappone

Innanzitutto le polveri non devono entrare in contatto con cose di metallo, io per esempio uso una ciotola in plastica e mescolo con un cucchiaio di legno. Si può usare un’erbetta sola oppure fare un mix (io nella foto qui sopra avevo fatto una miscela di amla, shikakai, maka, brahmi e neem, l’utilizzo di questa combinazione è consigliata per promuovere non solo la forza delle radici, ma anche per ispessire i capelli e dare sollievo al prurito del cuoio capelluto e per combattere la forfora); aggiungere acqua calda e mescolare, il pappone non deve essere ne troppo denso e nemmeno troppo liquido, dopodiché lasciare a macerare per venti minuti. Applicare sui capelli asciutti o bagnati (io preferisco asciutti), con le mani, con un pennello da tinta o come ci si trova meglio. Io a questo punto blocco il tutto con il cellophane, onde evitare che i movimenti facciano cadere qualche granello che solidificando si può staccare, va bene anche usare una classica cuffia da doccia. Infine, dopo mezz’ora di posa lavo la testa.
erbe indiane

Tra tutte il methi è quella che prende più tempo per la preparazione. Io ho fatto così: per i miei capelli ho preso 50 grammi di polvere, l’ho messa in una ciotola e poco alla volta ho aggiunto acqua calda, mescolando il composto. Occorre mescolare a lungo e molto energicamente per togliere i grumi. Finita questa fase ho coperto la ciotola con della pellicola trasparente e l’ho lasciata riposare per tutta la notte. Al mattino ho ripreso il materiale e aggiunto altra acqua calda, ho ancora mescolato e infine applicato sui capelli. La consistenza adeguata è, come per le altre erbe, da valutare ad occhio, ne troppo liquida e ne troppo densa. Il tempo di posa è di 2 ore, dopodiché si lava la testa ed ecco a voi capelli idratati e setosi. Consiglio un lavaggio molto accurato perchè le particelle tendono a rimanere intrappolate nei capelli e se lo avete messo anche sul cuoio capelluto uno sciacquo ancor più abbondante e accurato.
Come avrete capito nella preparazione viene utilizzata abbastanza acqua, quindi è inteso che la mucillagine tende parecchio a crescere.
Taluni non sopportano l’odore del methi, a me invece non dispiace, tuttavia ho provato a mettere un cucchiaio di cannella al momento dell’ultimo mescolamento e devo dire che i profumi delle due polveri si sono ben bilanciate.

fenugreekPrima che sentissi parlare della polvere di methi, lo conoscevo solo sotto forma di semi, con il nome di fieno greco, che ho sempre usato per la preparazione delle tisane. Vi consiglio di comprarlo già sotto forma di polvere se volete usarlo per i capelli perchè i semi sono molto duri, impossibili da polverizzare a meno che non possediate un macina caffè/cereali.